Giuseppe Colangelo, padre di Giuseppe e Vito, va a imparare il mestiere in una pasticceria di Napoli intorno al 1920 (lui è del 1903) e impara quasi tutti i tipi di dolce che ci sono ancora oggi in circolazione sul mercato: babà, sfogliatelle, biscotti vari, dolci di pasta frolla e il sospiro.
Fa alcuni anni di esperienza per poi tornare a Stigliano dove lavora in una pasticceria del posto. Dopo di ciò, comincia a fare i dolci in casa e il primo dolce che insegnerà a fare anche alla moglie sarà il sospiro. E’ quello che nonostante i lunghi tempi di preparazione e i tanti passaggi di lavorazione, riesce a non deperire nei giorni. Lo producono per alcuni anni ed è quello che già all’epoca va per la maggiore perché i grandi eventi vengono festeggiati con “L’ DOLC”; nel frattempo insegna a fare anche altri tipi: i babà, i biscottini con le mandorle, i cioccolatini con le mandorle, le croccagnole, i cannoli e altro.
Nel 1936, Giuseppe, viene stroncato da una polmonite all’età di 33 anni; la moglie, incinta di Peppe (chiamato così in memoria del padre, morto pochi mesi prima), si ritrova così poco più che trentenne vedova e con 5 figli. Nei primi momenti continuano a fare i dolci in casa andando a cuocere il pan di Spagna al forno con le teglie in testa. Collaboravano tutti, anche i più piccoli e si faceva tutto a mano.
Soltanto negli anni 50 viene aperta la pasticceria di Corso Umberto, dando vita a una tradizione che si è tramandata fino alla quarta generazione. Il resto è storia recente.