Aperta nel 1957, un anno dopo il bar di cui sfrutta la posizione centrale e il suo essere uno dei principali luoghi di ritrovo del paese (tra i primi locali a dotarsi di un televisore), ne diventa presto la punta di diamante col sospiro come suo “solitario” più prezioso.
Inizialmente il laboratorio di pasticceria è gestito da Francesco “Ze’ Cecce” Tambone (che aveva lavorato a Napoli nella stessa pasticceria di Giuseppe Colangelo) che lo avvia con Antonietta, moglie di Salvatore, come apprendista, che lascerà le redini del laboratorio al marito a partire dal 1973, data dell’inaugurazione del bar-pasticceria così com’è ancora oggi.
Attualmente c’è la terza generazione che porta avanti la tradizione della Pasticceria Sarubbi, il Dolce di Stigliano o Sospiro, con le sue varianti, è ancora il perno centrale della sua produzione dolciaria.